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luten perso – una cernita كلمات اغاني

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[urban]
faccio una cernita della mia vita
mentre la conto sulle dita se n’è ita, sparita
finita chissà dove nel 2020
“che ti addormenti?”
arrivano occasioni e nun le prendi
ma allora scusa, cos’hai vissuto a fare nì?
pensi che basti solamente isolare la mente
guardarsi intorno per distrarsi, dovresti
cercare almeno di lavarti
‘sta coscienza che cerca di annientarti
più ti credi giusto e più sei uguale agli altri
si spezzano i tuoi arti
li suddividi in quattro sulla musica che aumenta i battiti
imbattiti in cose che cominci e poi procastini
vado di là, pulisco la cucina e poi? poi?
poi non lo so
ho un istinto di suicidio pari alla sensazione di fastidio
l’ho scritto sul foglio ill_strativo:
presidio medico chirurgico
io attivo, presidio pelvico liturgico
intuitivo, mi esigo isterico e turgido
uccido il foglio appena ill_strato
lo lascio in cameretta insanguinato
e dopo averlo perl_strato non ci rimugino. (oh man!)
ho la mente ballerina e non riesco a darmi pace
son le quattro di mattina e non c’è un cazzo che mi piace!
la mia vita è così strana e non riesco a capirla spesso
alle domande da porsi metto in fila i miei percorsi
e non riesco a trovarci un nesso!
ogni volta che capisco come gira il mio mondo
dovrei cambiare lato del disco
ma rimango in questo loop con il grigio sullo sfondo
(quale disco cazzo? quale disco?)
e da questo girotondo non riesco a scendere
faccio fatica a stare in piedi, nun pensare a quel che vedi
perchè tutto si ferma se ti siedi
e non c’è solo il buio nel profondo…se ci credi
[luten perso]
faccio, faccio una cernita (aou aou)
della mia vita e un po’ con le mie dita
e un po’ ci vado a mente:
improvviso con il viso, vis a vis
non ti avviso, amo di più ciò che sorprende!
mi rialzo e dopo sobbalzo
se oggi voglio parlare non è dovere, è che sò pazzo
come questa vita che dolente anch’io ringrazio
hai pagato per il sole e mò si soffoca dal caldo!
ebbeno mò? e’ un bene il “boh”
tra ‘sti leziosi arroganti non ci sto
non mi dare una risposta questa volta, no
ho tempo per decidere a che verità mi piegherò
tanto lo sento, non c’è scampo
se t’arde la passione è poi dei fiori il tuo bel campo
quattro stagioni in circolo, corrente, mi ci aggrappo
il timore per il mare se è nel cielo che io sguazzo
mi tuffo verso l’alto, piuttosto verso l’altro
il silenzio qui ricerco nell’ipnotico trambusto
e potendo farei un patto col vento
e con un salto il tormento lascerei lì a terra
per fissarmi divenire un punto
se vuoi io ti raggiungo
ma qua hanno dato un costo ad ogni passo
e pagherei invecchiando, sempre più stanco
se vuoi io ti raggiungo
ma devi essere un valido motivo mica delusione
o perdo un po’ lo smalto
i denti ricordano dovrei smettere
tabacco e vestiti che puzzano di cenere
il respiro affaticato se sto celere
tu vuoi il petrolio e corri, io mi accascio con dell’etere (ou! ou! ou!)
delirio per monotonia, equilibrio nella mia follia
ho fame di tutto e tasche vuote
noi poveri non temiamo la carestia
cosa vuoi che sia? ci son sempre i ricchi per mangiare un cuore!
io cannibale: mangio militari, cago annibale
marciano ma attorno hanno la mia bile
seguono le strade ma le cartine gliele ho incollate
e queste strade portano solo al fumabile!
tocca trovare un po’ di calma
chiamo urbano ma la depressione ci attanaglia
ascoltiamo qualche rima che arriva da senigallia
quanti momenti no! io son l’uomo nel mirino della rabbia!
[ritornello]
faccio, faccio una cernita
tirando somme, raccolgo forse
una vita che qua aspetto che il mio aspetto
mi dia le risposte!
faccio, faccio una cernita
tirando somme, raccolgo forse
un chico come me crede ancora nel funk dopo la morte!
faccio, faccio una cernita
tirando somme, raccolgo forse
una vita che qua aspetto che il mio aspetto
mi dia le risposte!
faccio, faccio una cernita
tirando somme, raccolgo forse
un chico come me crede ancora nel funk dopo la morte!

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