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john faser – chicxulub كلمات اغاني

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[testo di “chicxulub”]

[strofa]
non mi sento umano non importa
dal cranio escono cavi connessi a una bioporta
rinchiuso dentro al corpo di una falena morta
capto segnali quasar per tracciare una rotta
il cielo si trasforma, pioggia da golconda
una coscienza amorfa inghiotte ciò che la circonda
ha preso forma ciò che ha difeso la luce riproduce scuce il cosmo tace il vuoto che produce
la nebbia mi ha pervaso, persuaso, come and_rs_ne?
disprezzo l’umano, parlo con le tarantole
disegno stelle a caso cosicché possa guardarne
dai bagliori del faro crescono fiori di carne
lasciami marcire steso lungo queste rive
‘stе giornate schive danno albe scoloritе
negli occhi custodite ho tracce di memorie antiche
sangue di colline scorre fra arterie marcite
e voi come reagite?
il niente che mi nutre a parte le rune scalfite
elargite consigli come fossero pepite
incenerite da lapilli di crateri
assorba vite e sputi fiori neri
prego l’ammonite incisa sopra al monolite
inghiotta tutto quanto dagli abissi di calcite
la grande madre soffre un cancro all’utero in regresso
offre corpi in esubero aborti del progresso
a volte non ci riesco
sarò parte del tutto se ucciderò me stesso
già punto al decesso, frutto di un innesto
non è lutto, è il fulcro di un riflesso
se mi b_tto avrò raggiunto l’universo
non intrappolarmi dentro cimiteri umani
quando sarò morto, cazzo, spargimi nei mari
ho chiuso ogni rapporto fatto di obblighi morali
resto luce di un ricordo avvolto da abissi glaciali
dal corpo getto petali, sono morto da secoli
ritorno alla genesi, comete da nemesis
che il cielo si sgretoli, sopra un pezzo dei bathory
mentre osservo le pleiadi, centinaia di esodi
il vento degli esuli graffia dolmen di pietra
soffia sui discepoli ed innaffia vie di seta
si è aperta una crepa, incenerisco ‘sto pianeta
seppellisco nel pulviscolo il disco di nebra
scevra la mia alma giunga l’ultima alba
che si preservi l’alga dentro fossili d’ambra
sepolto come valfar sotto la grande valanga
la montagna plasma ciò che resta di una salma
la nebbia sui prati aleggia dai boschi celati
il lamento di achlys, eco di giorni malati
lode agli invertebrati, figlio di laghi ghiacciati
spariscano le estati e restino colli innevati
moriranno mandrie, moriranno anche i parenti
le stagioni marce sputeranno cieli verdi
acri e templi sacri antri di tempi sepolti
dan luce a simulacri illuminati dai sepolcri
moriranno mandrie, moriranno anche i parenti
i cieli sulle ande filtrano colori spenti
il vuoto desolante crea mostri inesistenti
nel moto orbitante parte di stelle morenti

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