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kappa - vanità كلمات الأغنية

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[intro]
dalla penna al mic per aiutare le persone nonostante
non credo si possa cambiare l’esistenza con una canzone

[strofa 1]
questo non è buonismo, forse fanatismo ma solo verso me stesso
è che quando mi pagarono con il talento non lasciai il resto
vanitoso sì, ma quanto onesto, del resto
non avere autostima è come andare costantemente a letto presto
vorrei che ogni mia strofa avesse una valenza testuale
credo che al giorno d’oggi aristotele saprebbe rappare
come se quando entr-sse per sp-ccare
diss-sse spiegando etica e morale
ed io credo che come nessuno compete per arrivar secondo
nessuno dovrebbe alzarsi senza voler essere il migliore al mondo
non importa che lavori per la nasa o faccia il magazziniere
potrà comunque ambire ad essere il più bravo nel proprio mestiere
anche perché il sole sorgerà comunque anche con la tempesta
sta a te piangere il maltempo o far ugualmente festa
ed a mezzogiorno la luna non la vedi ma essa resta
svanisce perché è meglio non brillare che accecare di luce riflessa
perché un diamante al buio varrà comunque di più di uno zircone alla luce
vi è libertà di stampa sì, ma guai a parlare del…
e vorrei che questa canzone divent-sse un simbolo come iniziare una favola con “c’era”
o quantomeno che possa farti riflettere prima di addormentarti questa sera
che possa permetterti di svegliarti con una mentalità vincente
con la forza di chi ha perso tutto ma sorride come non fosse successo niente

[ritornello]
e questa mia canzone è un’ode alla vanità
per dante è un peccato, per me è una qualità
è ciò che ti consente di restare quando tutto va
che ti permette di rientrare qualora non si vincerà
e questa mia canzone è un’ode all’autostima
essere il migliore ma fallire per poi tornare meglio di prima
incitare a puntare sempre più in alto ad ogni rima
guardare al cielo ma senza pensare al clima
e questa mia canzone è un’ode all’egocentrismo
sono per la meritocrazia, niente comunismo
ma la politica è altrove, qui nessuno scissionismo
tutti insieme contro un nemico chiamato perbenismo

[strofa 2]
credere in sé stessi implica non essere mai davvero soli
un alleato fedele che ti scorta dal deserto fino ai poli
la vanità non ti porterà a non pensare più agli altri
se chi ti vuol davvero bene ha bisogno prendi e parti
prima di scalare occorre il coraggio di guardare in b-sso
ipotizzare di fallire e dover ripercorrere ogni p-sso
non si verrà mai apprezzati senza il rischio di sbagliare
ma è giusto che ogni meraviglia abbia il suo prezzo da pagare
non parleremmo ancora di cesare se avesse dubitato sul rubicone
ed invece con fierezza richiamò anche la decima legione
tutti ambiscono al denaro ma a pochi importa come lo si prende
anche perché spesso l’onestà è un’attività che non rende
ma i soldi non finanziano la stima verso sé stessi
architetti in un castello d’apparenze come una foto a nessie
“sbagliando si impara” ma è meglio non esagerare
anche perché sarebbe diabolico perseverare
la vanità è come un’auto che non puoi noleggiare
se acquisti una ferrari avrai sempre una nuova t-ssa da pagare
è come essere su un treno in business ma con il rischio di deragliare
su un aereo un prima cl-sse con la possibilità di precipitare
ma almeno se accadesse mi godrei il cielo dall’alto
sarei in cima al mondo prima dello schianto

[ritornello]
e questa mia canzone è un’ode alla vanità
per dante è un peccato, per me è una qualità
è ciò che ti consente di restare quando tutto va
che ti permette di rientrare qualora non si vincerà
e questa mia canzone è un’ode all’autostima
essere il migliore ma fallire per poi tornare meglio di prima
incitare a puntare sempre più in alto ad ogni rima
guardare al cielo ma senza pensare al clima
e questa mia canzone è un’ode all’egocentrismo
sono per la meritocrazia, niente comunismo
ma la politica è altrove, qui nessuno scissionismo
tutti insieme contro un nemico chiamato perbenismo

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