john faser - abissi كلمات أغنية
[testo di “abissi” ft. nomadi psichici crew]
[strofa 1: john faser]
ho fatto un sortilegio sotto ad un ciliegio antico
ed è comparso topo gigio con un coltello arrugginito stretto in mano
un ambiguo rito pagano mi ha rapito
ha scolorito il mio ramarro ed ora un carro mi trasporta nell’oblio
mentre parlo cado nell’indefinito
provo a andarmene
sfoglio pagine di heisenberg ma non ritrovo pace man
mi sento in un carcere alle volte sono fragile
tu dammi le tue lacrime le renderò di ruggine
per farne delle favole trasformarle in delle lucciole
siamo sotto grandi cupole ed il sole muta in grandine
ma al posto delle mute ci riempiamo di domande
ho ingoiato delle lamine per ampliar la vista
se mi terrorizza tutto è facile
l’argine si appesta è una voragine tremenda
la foresta crea il suo margine e sta ferma come in lutto
pura assenza
portami su un frangiflutto
fisso il mare con la sete di coscienza e una carenza che mi causa un grande blocco
mo mi b_tto sto all’asciutto in questo mondo ormai da troppo
son distrutto sono sotto senza aiuto finchè muoio
sono perso negli abissi faser con gli psichici siamo sotto funghi magici tra i fondali apocalittici
schiacciati come cimici disperdiamo i nostri atomi con questi versi lirici si distorcono le lapidi
sai giro coi teropodi con gli occhi dilaniati allucinati da teologi segnati dagli alcolici
da sto mondo sto agli antipodi tenetevi sti dollari
mi discosto dai miei simili mi ritirerò sui monti
brucio ponti in modo da accorciar distanze
le mie stanze fra sti mondi sono unguenti volti certi di mattanze
sto in disparte cado a pezzi con le larve che ho allevato in notti marce
richiudo le serrande
[strofa 2: hollowness]
fisso l’infinito
finisco punto a capo
s’avvelena il mio respiro
se penso al passato
son denti d’una mantide
zampe della distimia
me le sento addosso
son prossimo alla necrofilia
come il sussurro
di un demone rosso
da lì al bipolarismo
è soltanto uno schiocco
biforco la mia lingua
e pure la cappella
compongo ogni barra
ispirandomi alla lebbra
bramo di sapere
che ci sia in fondo al pozzo
non riesco più a contare
le ore che c’ho trascorso
immensa ‘sta voragine
le sue pareti sono viscide
e ruvide
e irte di pustole e pustole
capeggio la rivolta
contro il mio lato nascosto
mi segue la mia ombra
ma pure lei poi se ne discosta
vasta la mia ira
mi spinge fino in fondo
all’abisso color buio
si sovrappone un altro bivio
[strofa 3: rogna]
come posso cantare senza piu sanguinare
col piede straniero sopra il cuore
agonizzante piu di cristo in croce nel suo dolore
ma la luce ha bisogno del buio per poter brillare
nel cielo scorgo l essenza della mia anima
fondo in una miscela rovente di magma
l’infinito che sconfessa ogni dogma
alla ricerca della verità come in mississippi burning gene hackman
ho imparato a rispettare il tempo
a comprendere cosa sento dentro
a voltarmi indietro e spostare il baricentro
per affrontare qualunque cambiamento
come un cieco che riacquista la vista
non perdo più di vista la strada maestra
ne cavalco la cresta
come se fosse oggi l ultimo giorno che mi resta
[strofa 4: trauma]
io non lo svendo il mio sorriso
sta lezione da pisch_llo
l’ho imparata
a menadito,
è garantito:
l’estinzione rende liberi
da tutto questo schifo!
seduto sopra a un cornflake
come i beatles
non ricordo piu le note
ma tengo a mente lo spartito
il simbolismo visionario
è sempre stato il mio migliore amico
ancora sopravvivo
sotto alle fronde dei salici
illuminato da un sentimento antico
qua giù sulla terra
a tutto c’è una soluzione
tranne alla morte
perché la morte
di per se’
è gia’ la soluzione
l’ infezione psicologica
si espande a ogni settore
procedo a tu per tu
con la mia costern_z_one
fino a quando dal quadro comandi
capto debole il segnale
è giunto per me il momento
di tornare a destin_z_one
inserisco il pilota automatico sul monitor
come da manuale
torno a casa
dentro a un guscio d’ ibern_z_one!
[strofa 5: kire]
assiduo alunno dell’ assurdo e del non senso
col mio anarcoscleroflow annullo il tempo
mi tuffo in uno spazio infinito buio e denso come inchiostro
m’astraggo dal mio corpo e m’inoltro
in viaggi allucinanti nei meandri della mente da cui assorbo
immagini visioni che riporto rigetto come sbocco
pezzetto su pezzetto su di un foglio e dopo ricompongo
in un puzzle complesso contorto
ogni tassello un mondo ogni testo un universo
ho scrutato troppo a lungo nell’abisso
e l’ abisso ha scrutato in me stesso
volutamente perso verso dopo verso mi reinvento
a partire da un frammento
tra caos e cosmo mi ricostruisco
ogni astro un volto ogni ricordo un disco
avvolto dal suono del silenzio con il quale interloquisco
tra il vuoto e un asterisco mi trasformo in basilisco e sparisco (adios)
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