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hegokid - stefano كلمات الأغنية

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mi chiamo stefano ed ho 31 anni compiuti da due settimane precise
vivo da poco da solo, aiutato dai miei vorrebbero vedermi felice
per andar con le mie gambe ormai c’è l’ho l’età
lavoro con mio padre come geometra
anche se come in tanti faccio fatica ad accettare certi schemi della società
non son fidanzato c’é una che mi piace ma non lo so vedremo come va
a volte non mi regge neanche mia madre figurati se avessi pure una suocera
stasera son p-ssato a cena dai miei come figlio sono una mezza delusione
la casa in cui son cresciuto conosco a memoria la vista che c’é da quel balcone
in cucina me la cavo bene ma un piatto fatto da mamma ha tutto un altro sapore
e dovrei far tesoro dei loro consigli o di quelli che da una sorella maggiore
cazzate lo so ne ho fatte parecchie però sto cambiando datemi fiducia
ho vissuto la strada le notti quartiere dove la realtà é ruvida una grattugia
compagnie sbagliate é probabile colpa mia che son stato irresponsabile
la testa quasi rasata non fa di me un cattivo ma uno con l errore facile (casini vari) forse ne ho prese più di quante ne ho date che ho il fisico gracile
guardami negli occhi non vedi che son due finestre aperte su un’anima fragile
mi becco con un amico due chiacchiere senza far tardi é ancora giovedì
restiamo qui senza muoverci inutile sprecar benzina e chilometri
son ril-ssato sigaretta accesa che fai sto weekend forse c’é un po’ di sole
poi una luce blu riflessa sui palazzi e due carabinieri nel retrovisore
bùssano sul finestrino scendete che state facendo fuori i doc-menti
nascondi qualcosa? meglio se lo dici ora che se ci menti dopo te ne penti
uno con la torcia controlla ogni angolo dell’auto la stan tirando per le lunghe
l’altro dice “girati allarga le gambe” e coi guanti di pelle mi tocca dovunque
sangue freddò tento di non destare sospetti finché non arriva alla caviglia destra
e col ghigno mi sbatte in faccia il suo bottino chiedendomi che cos’é questa?
ne arrivano altri due in borghese sembra che ci sia la festa delle guardie
l’aria si fa sempre più tesa dicono sta zitto e mi spingono nella volante
mi ritrovo in caserma, mi fanno spogliare, mi fanno togliere anche le mutande
chi ti ha dato le sostanze? non parlo e fanno altre mille domande
vanno a perquisire la casa dei miei li prego di non farlo adesso che è già tardi
penso a mia mamma che magari dorme e si trova dei carabinieri davanti
non trovano niente ma lei è spaventata e non riesce a capire cosa sia successo
abbiam preso suo figlio in possesso di sostanze stupefacenti e da questo momento è in arresto
il suo volto si tinge di amarezza, lei che era convinta che avessi smesso
e credeva che il peggio fosse ormai p-ssato e il mio futuro sarebbe stato diverso
ancora in caserma, stavolta in un’altra lunghi corridoi e muri bianchi
sul soffitto sembrano binari quelle lunghe file di neon accecanti
in due mi tengon per le braccia l’altro mi cammina svelto mezzo metro avanti
da quello che ho capito vogliono portarmi a far le foto per schedarmi
entriamo in una stanza, chiudono la porta, e quello che succede, resterà li dento
sembra che si fermi il tempo sento l’eco dei respiri che rompe il silenzio
nei loro sguardi c’è una certa intesa e ho una mezza idea di quale sia il loro intento
dove hai l’altra droga? dove la nascondi? voglion fare il colpo ma non li accontento
allora pugni in faccia finché non la sento più finché la pelle non diventa viola
calci nello sterno così forti che sento i polmoni uscire dalla gola
ginocchiate nella schiena, le ossa che si crepano come di porcellana
le punte delle loro scarpe nei miei fianchi mentre dalla bocca perdo sangue e bava
p-sso da solo in una cella fredda la prima notte di agonia
fìtte in qualsiasi parte del corpo e senza le pastiglie per l’epilessia
se le persone che mi voglion bene vedessero come son stato ridotto
al mattino dopo non riesco a nemmeno ad alzare le braccia e mettermi il giubbotto
fànno il processo e non c’è il mio avvocato me ne hanno -ssegnato uno a caso d’ufficio
io l’avevo chiesto ed era un mio diritto lo dice la legge non era un capriccio
il giudice fa fìnta che sul mio viso non ci siano le ferite e gli ematomi
mi accusa di sp-ccio conferma l’arresto a nessuno interessano le mie ragioni
mio padre mi vede ed ovviamente crede che le ho prese da qualche altro detenuto
a chi mi chiede dico che sono caduto dalle scale e forse non avrei dovuto
vi giuro ho paura e non parlo soltanto perché qui non mi sento affatto al sicuro
o chiamate il mio legale o rifiuto le cure e mi metto a digiuno
mi fanno le lastre ho due vertebre rotte non riesco a pisciare e non provano pena
il ricovero in un ospedale dove c’è un reparto blindato per chi sta in galera
le mie condizioni peggiorano giorno per giorno, perdo ancora chili che poi ero già secco
il mio peso equivale a quello del mio scheletro e non riesco neanche ad alzarmi dal letto
sono sfinito, senza forze, che brutta sensazione
il batt-to sempre più lento, sento anche meno dolore
questa è la mia storia, questa è la mia fine
mi chiamo stefano ed ho 31 anni compiuti da 3 settimane….precise

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