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ergo & demabeatz - la bella addormentata nel club كلمات الأغنية

[strofa 1: ergo]
esce truccata di casa col tacco dodici e una gonna
con la merda in faccia lei si sente un po’ più donna
da tempo cerca l’uomo serio
ma dopo due bicchieri a stento riesce a trattenere il desiderio
la passano a prendere poi diretti dentro al club
a primo impatto sembra una tipa che non ci sta
ma dopo due parole e una pausa in bagno
“torni sola a casa oppure vuoi che ti accompagno?”
si sente desiderata come ogni sera
i suoi capelli biondo birra, la sua birra invece è scura
nella sua testa non c’è niente
e mentre la serata passa lei si sfoga e muove il culo fra la gente
ripete continuamente: “voglio una storia diversa”
ma a fianco a lei tanti muscoli ma poca testa
le sue parole sono belle, [?] una sirena
ti stordisce con la voce, con il corpo poi ti svena

[ritornello: ergo, musashi]
vorresti rimediare a tutto ma tesoro sai che ormai il danno è fatto
ti senti bella addormentata, sì, peccato che la bella stava dentro al bosco
ma tu no, tu no, ora non pensi a niente
per quello che ti circonda resti sempre indifferente
si sente bella addormentata e non sa
che per tutti lei è la bella addormentata nel club

[strofa 2: ergo]
lei torna a casa barcollante con le chiavi in mano
diretta corre al bagno, sbocca e crolla sul divano
da tempo vive sola, il tipo l’ha mollata
non si sa di chi è la colpa, ormai è cosa passata
e mentre con i vestiti addosso cade in braccio a morfeo
la casa piena di cazzate sembra più un museo
sogna di vivere con il principe azzurro
ma il colore si è sbiadito, adesso il principe è nero buzzurro
povera bella addormentata in una favola nera
aspetta di svegliarsi in una realtà un po’ diversa
la voce tremolante di lacrime ne versa
il principe non viene perché questa è vita vera
e dice: “parlami, parlami” con le braccia tese
e dice: “aprimi, aprimi” a porte ancora chiuse
portoni serrati, senza nanetti o fate
ormai è da tempo che noi tutti ci siamo svegliati

[strofa 3: musashi]
c’era più la tua saliva che la vodka in bocca di tutti
quindicenne sciocca, al tuo ragazzo una pioggia di insulti
tocca ti eri detta che questa è l’ultima volta
ma il fioretto sbrocca con un po’ d’alcool e il dirti che sei gnocca
il vestitino quanto puzzava di vomito
stavi su tacchi alti il doppio del tuo tasso alcolico
sui quali stavi quasi stabile come un isotopo
ma pensa alla tua mamma che ti paga lo psicologo
tu pensi l’ignoranza con due tette gigantesche
lasci tutti senza fiato come una corsa campestre
non ce n’erano di minchie che non fossero tese
leccavi le cappelle, feticista delle chiese
esagerata [?] piena di melanina
quella di concubina non è la bella vita
una vera figa, ma che serataccia
la tua dignità la si quotava con sputi in faccia

- ergo demabeatz

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